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RISCHIO TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA

Rischio Terremoto in Emilia Romagna

IL TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA DEL 2012

Se come me, sei stato svegliato nel cuore della notte da un terremoto così forte che la tua casa sembrava una scatola di carta in mezzo ad un uragano, sai che in quel momento avresti voluto solo scappare, anche se la tua parte razionale ti diceva “aspetta la fine della scossa riparato sotto un tavolo o sotto l’architrave di una porta in un muro portante”, ma il movimento dell’edificio era così violento che non riuscivi a stare in piedi, quindi potevi solo attendere e sperare.

La notte del 20 maggio 2012 un forte terremoto durato 20 interminabili secondi ha sconvolto gran parte dell’Emilia Romagna svegliando migliaia di persone e, purtroppo, uccidendone sette.

Le provincie maggiormente interessate dall’evento sono state quelle di Modena, Bologna e Ferrara.

I Comuni coinvolti dal terremoto, più vicini all’epicentro, fino al 2003 NON erano classificati territori SISMICI quindi in pochi si sarebbero aspettati un sisma così violento.

Leggi sul mio articolo “RICOSTRUZIONE EMILIA A SETTE ANNI DAL TERREMOTO” come procede la ricostruzione in Emilia dopo il terremoto del 20 e 29 maggio 2012.

faglie sismiche Emilia Romagna

Principali strutture attive riconosciute (faglie) in Emilia Romagna

zone sismiche Emilia Romagna

Classificazione sismica dei Comuni in Emilia Romagna

 

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COS’È IL RISCHIO SISMICO ?

Il RISCHIO SISMICO è la stima del danno atteso come conseguenza dei terremoti che potrebbero verificarsi in un dato luogo e dipende da tre fattori:

  1. La PERICOLOSITÀ dell’area, cioè quale intensità di terremoto è ragionevole attendersi in un determinato intervallo di tempo;
  2. L’ESPOSIZIONE, cioè la quantità di persone e cose (edifici, infrastrutture, attività economiche, …) presenti in quella zona;
  3. La VULNERABILITÀ degli edifici e delle infrastrutture dell’area, cioè la maggiore o minore propensione a essere danneggiati dai terremoti.

Per esempio una zona a pericolosità sismica molto elevata ma priva di attività umane (bassa esposizione) ha un rischio basso. Al contrario un luogo con pericolosità sismica bassa ma molto popolata (alta esposizione) o i cui edifici siano mal costruiti o ma conservati (alta vulnerabilità) ha un livelli di rischio sismico molto elevato.

L’Emilia Romagna è, dunque, una regione a ELEVATO RISCHIO SISMICO in quanto nella maggior parte dei luoghi, pur essendoci alcune aree con bassa pericolosità sismica, è presente un’alta concentrazione di attività produttive e centri abitati (elevata esposizione).

Popolazione Emilia Romagna 2011

Densità di popolazione ripartita per Comune al 2011

 

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Le attuali conoscenze non permettono di sapere in maniera attendibile dove e con quale intensità avverrà un terremoto, quindi per aumentare la sicurezza delle persone l’unico fattore sul quale possiamo e DOBBIAMO intervenire è la VULNERABILITÀ degli edifici realizzando provvedimenti finalizzati al loro MIGLIORAMENTO SISMICO!

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I TERREMOTI AVVENUTI NEL PASSATO IN EMILIA ROMAGNA

La pericolosità sismica di una zona si basa anche sulla conoscenza dei terremoti del passato.

La sismologia storica si sviluppa attraverso lo studio della documentazione (cronache, diari, documenti amministrativi, tracce iconografiche, ecc.) e continua a produrre cataloghi importantissimi (ARCHIVIO STORICO MACROSISMICO ITALIANO http://emidius.mi.ingv.it/ASMI).

Terremoti del passato Bologna

Esempio di ricerca dei terremoti avvenuti nel passato nella Provincia di Bologna

principali terremoti storici con danni in Emilia Romagna

Un esempio di documento utilizzato nella sismologia storica è il seguente:

Roma, 17 Aprile. Con Staffetta spedita dal Sig. Cardinal Corsi legato di Romagna s’è inteso che per tutta quella Provincia si fece sentire Domenica passata sul mezzo giorno un Terremoto molto spaventoso, con danno considerabile delle due grosse Terre di Bagnocavallo, e di Cotignola, oltre a quella che ha fatto in Ravenna, Imola, Cesena, Forlin, e altri luoghi di quei contorni”[Gazzetta di Bologna, 28 aprile 1688]

Il territorio dell’Emilia Romagna presenta una sismicità rilevante distribuita prevalentemente lungo la catena appenninica, ma anche in parte nella Pianura Padana, e decisamente più moderata nel piacentino.

I terremoti più forti in Emilia Romagna sono avvenuti :

  • lungo il settore meridionale dell’Appennino tosco-emiliano: in particolare in Garfagnana (1920, magnitudo Mw 6.5) e nel Mugello (1919, magnitudo Mw 6.3), sul versante toscano, ma hanno superato magnitudo 6 e causato danni anche in Emilia Romagna;
  • nell’alto Appennino forlivese con terremoti di magnitudo attorno a 6.0 (1661,1768,1918) abbastanza frequenti;
  • nell’Appennino tosco-emiliano, dal Parmense fino al Faentino, con magnitudo leggermente inferiore a 6.0 (essendo queste aree vicine ad insediamenti di una certa rilevanza ci sono anche stati danni seri come in occasione del terremoto del 1983 a Parma, del 1501 per Modena e del 1779 per Bologna);
  • nella dorsale ferrarese c’è una situazione particolare dove si alternano lunghi periodi tranquilli a terremoti importanti (1570 Ferrara magnitudo 5.5, 1624 Argenta magnitudo 5.5 e quelli del 2012 intorno a 6.0 di magnitudo) intervallati a terremoti di energia moderata;
  • lungo la costa adriatica nel Riminese, localizzati prevalentemente in mare, con magnitudo 5.6 e 5.9 (1672,1786,1875) o di poco superiore a 6.0 (1916).
distribuzione sismicità storica Emilia Romagna dal 1000 al 2006

Distribuzione sismicità storica in Emilia Romagna dall’anno 1000 al 2006

distribuzione sismicità storica Emilia Romagna dal 1981 al 2013

Distribuzione sismicità recente in Emilia Romagna dall’anno 1981 al 2013

 

COME SI MISURANO I TERREMOTI?

(Fonte INGV.it)

 

I terremoti si misurano con MAGNITUDO e INTENSITÀ.

La magnitudo (frequentemente misurata attraverso la scala Richter) e l’intensità macrosismica (misurata tramite la scala Mercalli Cancani Sieberg) sono le due misure principali della “forza” di un terremoto.

Le due scale non sono equivalenti: la magnitudo è una misura dell’energia sprigionata da un terremoto nel punto in cui esso si è originato (ipocentro). L’intensità è invece una misura degli effetti che il terremoto ha prodotto sull’uomo, sugli edifici presenti nell’area colpita dal sisma, sull’ambiente.

La magnitudo è una misura fisica che dipende soltanto dall’energia sprigionata dal terremoto nel punto in cui si è generato. Grazie allo sviluppo delle tecnologie e alla disponibilità di dati in formato numerico utilizzabili direttamente dai calcolatori elettronici è oggi possibile calcolare la magnitudo di un evento sismico in pochi minuti.

Per fissare il valore preciso d’intensità è invece necessario attendere la raccolta dei dati oggettivi sui danni prodotti dal terremoto.

E’ possibile in ogni modo, conoscendo la magnitudo, associare ad essa un’intensità teorica PRESUNTA. Tale intensità teorica viene tempestivamente comunicata alla Protezione Civile dall’INGV ed è quella riportata dagli organi di informazione. La tabella seguente mostra la corrispondenza fra la magnitudo e l’intensità teorica:

tabella magnitudo mercalli

scala Mercalli Cancani Sieberg

 

COSA SUCCEDE AD UN EDIFICIO DURANTE UN TERREMOTO?

Il terremoto è il risultato dello scivolamento improvviso tra due placche tettoniche lungo una faglia. Dopo anni di lenti movimenti delle placche, con grande accumulo di sforzi nelle rocce tra le zone di contatto, quando gli sforzi superano la resistenza delle rocce che formano la crosta terrestre si ha l’improvviso rilascio di energia che si propaga sotto forma di onde sismiche (onde P e S) dall’ipocentro in tutte le direzioni.

faglia e ipocentro

Fonte INGV

Onde sismiche P e S

Tipo di Onde Sismiche (fonte INGV)

Le onde sismiche dall’ipocentro si propagano fino a raggiungere la superficie terrestre e gli edifici presenti nella zona.

La scossa sismica provoca oscillazioni, più o meno forti, che scuotono gli edifici con forze orizzontali ma anche verticali.

Gli edifici più antichi e quelli non progettati per resistere al terremoto possono non sopportare tali movimenti mettendo in pericolo le persone che occupano gli immobili.

In questi ultimi anni, in particolare dalla nuova classificazione sismica del 2003, tutti gli edifici costruiti per esempio nella provincia di Bologna sono stati progettati rispettando le normative sismiche in vigore.

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Chiesa crollata durante terremoto 2012

Chiesa crollata a seguito del terremoto 2012

Capannone prefabbricato crollato durante terremoto 2012

Capannone prefabbricato crollato a seguito del terremoto 2012

Edificio residenziale crollato durante terremoto 2012

Edificio residenziale crollato a seguito del terremoto 2012

 

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COSA DEVI FARE PER MIGLIORARE LA SICUREZZA DELLA TUA CASA?

La maggior parte dei danni alle persone durante un terremoto sono dovuti non al crollo della loro casa ma a tutti gli oggetti, mobili, elementi non strutturali (per esempio un controsoffitto) presenti nell’appartamento.

Quindi ti consiglio di fare subito quanto segue (fonte “io non rischio terremoto” della Protezione Civile):

  • Fissa alle pareti gli scaffali, le librerie e altri mobili alti, appendi quadri e specchi con ganci chiusi che impediscano loro di staccarsi dalla parete durante la scossa;
  • Metti gli oggetti pesanti sui ripiani bassi delle scaffalature, su quelli alti fissali con del nastro biadesivo;
  • In cucina utilizza un fermo per l’apertura degli sportelli dei mobili dove sono contenuti piatti e bicchieri in modo che non si aprano durante il terremoto;
  • Impara dove sono e come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e l’interruttore generale della luce;
  • Individua i punti sicuri dell’abitazione dove riparati in caso di terremoto: i vani delle porte, gli angoli delle pareti, sotto il tavolo o sotto il letto;
  • Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile e assicurati che ogni componente della famiglia sappia dove sono;
  • Informati se esiste e cosa prevede il Piano di protezione civile del tuo Comune: se non c’è pretendi che sia predisposto così da sapere come comportarti in caso di emergenza;
  • Elimina tutte le situazioni che, in caso di terremoto, possono rappresentare un pericolo per te o i tuoi familiari.

Riguardo invece la resistenza sismica della tua casa devi contattare un tecnico specializzato in strutture (come me…..) il quale ti potrà consigliare quali interventi eseguire, se necessari, per migliorare il tuo edificio.

A volte basta rinforzare i muri portanti o migliorare i collegamenti tra pareti e solai oppure inserire delle catene metalliche o una cerchiatura con nastri in FRP.

A volte il tecnico, tramite una semplice ricerca documentale, ti dirà che la tua casa è già stata progettata con le ultime normative sismiche.

Infine ti ricordo che fino al 2021 c’è la possibilità di usufruire di una vantaggiosa detrazione fiscale: il cosiddetto SISMA BONUS.

Per approfondimenti sul SISMA BONUS leggi i miei articoli:

SISMABONUS E CLASSIFICAZIONE SISMICA DEGLI EDIFICI

SISMA BONUS: CHIARIMENTI RELATIVI ALLA CESSIONE DEL CREDITO DI IMPOSTA

“COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO?”

Lo sai che i ricercatori stanno studiando la possibilità di prevedere i terremoti con l’intelligenza artificiale ? Leggi “PREVISIONE TERREMOTO CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE“.

Se invece vuoi aumentare la sicurezza nei confronti dei terremoti con interventi strutturali quale il miglioramento e l’adeguamento sismico leggi il mio articolo  MIGLIORAMENTO SISMICO O ADEGUAMENTO SISMICO?

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    2 Comments

    1. Franco ha detto:

      Complimenti articolo molto interessante, in particolare i consigli per migliorare la sicurezza che possiamo fare da soli.

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